Okay, okay lo ammetto: anche io ho deciso di vedere questo film presa solo e soltanto dall'infinita curiosità attorno alle fantomatiche scene di sesso.
E ammettiamo anche che l'attenzione mediatica ha fatto la sua parte e ha fatto passare questo film come un qualcosa che realmente non è.
Tutti ci aspettavamo un soft (ma nemmeno troppo soft, in realtà) porno da grande schermo e la presenza di attori famosi e talentuosi ha aumentato ancora di più il nostro desiderio di conoscenza.
Ma vedere questo film è ben altro del vedere un porno, è ben altro anche del vedere un film sul sesso.
Questo film offre spunti di riflessione validissimi e metafore degne della poesia più pregiata: il film di cui vado a parlare oggi pertanto non è affatto un porno ma un film di grande qualità.
NYMPHOMANIAC VOL 1&VOL 2
Sinossi: In una fredda sera d’inverno, un vecchio scapolo trova in un vicolo una donna in stato di semi-incoscienza e con segni evidenti di percosse. Dopo averla portata nel suo appartamento, le medica le ferite mentre cerca di capire il motivo per cui è stata ridotta in quel modo. L’uomo ascolta attentamente l’accaduto nel corso di otto capitoli, nei quali la donna racconta la propria vita complicata e ricca di emozioni.
Vorrei iniziare la mia recensione mostrandovi il mio apprezzamento per la suddivisione della pellicola in volumi e in capitoli: questo espediente di divisione in spazi tematici differenti, ha reso il film molto simile ad un libro, in particolare ad un autobiografia.
Mi ha colpita molto il modo in cui la protagonista Joe racconta la sua storia: non secondo un filo temporale ma seguendo degli spunti legati a ricordi particolari della sua esistenza.
Per questo motivo, malgrado il film duri parecchie ore, non risulta affatto pesante, essendo scandito da tanti momenti diverse e da avvenimenti unici e veloci.
Inoltre questo modo di raccontare crea dei parallelismi tra la sessualità di Joe e metafore particolari tra le quali ho apprezzato particolarmente quelle collegate alla pesca, alla musica e alle differenze tra chiesa cattolica e chiesa ortodossa.
Queste metafore vanno a costituire l'aspetto probabilmente più affascinante della pellicola e rappresentano dei momenti chiave all'interno del film, costruiti per la riflessione sul concetto di ossessione e di lussuria e per farci avvicinare, da spettatore non troppo consapevole, al mondo della ninfomania e della sessualità.
Il modo in cui viene affrontato un tema scottante quale la libidine risulta, pertanto, poetico e slegato da qualsiasi volgarità ed oscenità: malgrado le scene di sesso esplicito e malgrado i comportamenti immorali della protagonista, il film risulta comunque complesso, a tratti quasi filosofico e dai toni eleganti.
Il sesso non è pertanto oggetto di un'analisi superficiale e dal carattere pressoché bigotto, ma viene interpretato come caratteristica fondamentale della nostra indole umana, in maniera pertanto naturale e spontanea.
E la spontaneità del sesso, nel suo naturale aspetto, a mio avviso non risulta mai volgare.
E la spontaneità del sesso, nel suo naturale aspetto, a mio avviso non risulta mai volgare.
La volgarità si manifesta nel momento in cui il sesso diventa taboo, diviene grottesco quando viene spiegato in maniera pressoché sbagliata da voci di persone che fondamentalmente si vergognano della propria sessualità.
Al contrario nel film non traspare l'aspetto osceno del sesso, Joe nel suo racconto e nella sua spiegazione della malattia svela gli aspetti della sua vita sessuale senza scadere nella laidezza.
Ogni aspetto delle sue esperienze ci vengono mostrate solamente con un tocco di malizia, quella stessa malizia che ha caratterizzato la vita della stessa protagonista.
E anche la stessa protagonista non si dimostra, nelle sue scelte o nei suoi modi di fare, mai rozza e volgare, ma mantiene sempre una certa eleganza e pacatezza surreale, perché, come ho detto prima, il desiderio sessualità non deve per forza coincidere con la volgarità.
Apprezzo, perciò, l'intento di Lars Von Trier nel voler rappresentare la lussuria e la sessualità in maniera diversa dal solito, demolendo i luoghi comuni attorno ad esso e parlandone liberamente ed esplicitamente come se stesse parlando di qualsiasi altra malattia o aspetto della vita comune.
Trovo questa scelta molto azzeccata ed intelligente, l'ho apprezzata tantissimo perché anche io ritengo la sessualità una cosa comune a tutti noi essere umani e dunque un aspetto normale della nostra esistenza, e pertanto non mi capacito del perché il sesso venga visto, agli occhi dei più, come qualcosa di cui vergognarsi e dunque da reprimere e da evitare.
Trovo questa scelta molto azzeccata ed intelligente, l'ho apprezzata tantissimo perché anche io ritengo la sessualità una cosa comune a tutti noi essere umani e dunque un aspetto normale della nostra esistenza, e pertanto non mi capacito del perché il sesso venga visto, agli occhi dei più, come qualcosa di cui vergognarsi e dunque da reprimere e da evitare.
Non avevo mai visto un film come questo, un film dove il sesso diventa il protagonista della pellicola senza scadere nella pornografia o nel grottesco, un film dove il sesso assume, finalmente, il suo degno ruolo all'interno della società umana.
Parlando invece dei personaggi, ho trovato anch'essi veramente credibili e sviluppati particolarmente bene.
Ho adorato principalmente la stessa protagonista Joe e la sua grande consapevolezza di sé.
E' sempre stata coerente nelle sue scelte e ha sempre perseguito i suoi desideri, seppur a volte moralmente sbagliati.
E' forte agli occhi degli altri, debole sono difronte alla sua malattia, ferma rispetto alle sue decisioni, fino alla fine.
Questo film rappresenta per lei e per l'altro personaggio che ho molto apprezzato, Seligman, un momento di crescita e di cambiamento all'interno della loro esistenza, che raggiunge il massimo punto di svolta con il momento finale della pellicola.
Ho apprezzato particolarmente la scelta del finale, violenta come l'intera vita di Joe, caratterizzata da una forte presa di posizione nei confronti dell'esistenza dei due personaggi, che li porta a compiere azioni completamente opposte ai loro soliti comportamenti che li hanno da sempre caratterizzati.
Ho interpretato l'ultima scena in maniera simbolica: Seligman non è più il personaggio che abbiamo conosciuto per tutta l'interezza della pellicola, ma diviene rappresentazione emblematica della sessualità e della malattia, tanto da avere così un ruolo chiave e centrale nel raggiungimento apicale della salvezza di Joe.
In generale ogni personaggio, con le sue peculiari caratteristiche, con le sue piccole ossessioni, con i suoi gesti particolari, con il suo carattere, rappresenta, anche per pochi istanti, un compito importante all'interno del film e all'interno della vita di Joe.
Ogni comparsa diviene protagonista della vicenda per pochi istanti, ogni persona che compare anche solo per un secondo diviene oggetto della nostra curiosità, e questo è un punto di grande forza all'interno di un film.
Così la curiosità e l'appetito verso la scoperta diventano il fulcro centrale in tutta l'opera: colui che guarda il film avverte una fame di conoscenza molto simile alla fame di sesso della stessa Joe, arrivando a sentirsi quasi simile al suo personaggio.
Ecco ciò che mi ha colpito di lei: le sue nefandezze la rendono imperfetta, le sue ossessioni, i suoi sporchi desideri la rendono, di fronte alla nostra moralità, imperdonabile ma, nella nostro cuore, è comunque da apprezzare e da stimare.
Noi arriviamo ad affezionarci a lei malgrado tutto, perché cogliamo in lei la debolezza di chi si sente sopraffatto dai propri vizi e dai propri difetti, un po' come ognuno di noi.
La scena che particolarmente colpito è quella in cui incontra il pedofilo: ecco, credo che il pedofilo rappresenti, simbolicamente, lo spettatore, che si sente intimorito dalla propria sessualità, che si sente nudo di fronte alla consapevolezza dei propri desideri, più o meno scabrosi.
Ho trovato negli occhi umidi e impauriti di quel personaggio la mia stessa paura di fronte alla conoscenza profonda e involontaria di me stessa.
C'è affinità tra lei e il pedofilo/spettatore perché entrambi nascondono la propria essenza ed entrambi più volte sono stati sopraffatti dalle loro debolezze umane.
Infondo la ninfomania non è altro che un disturbo della persona, una forma di depressione associabile ad uno dei tanti aspetti della nostra esistenza, non così lontano dalle altre forme patologiche che sono, più o meno, conosciute nella nostra società.
La depressione, tema centrale nelle opere di Lars Von Trier, si può manifestare in più modi, spesso attraverso la manipolazione e la distorsione di una componente fondamentale della nostra esistenza, quale ad esempio il mangiare o, in questo caso, il sesso.
Dunque il registra resta fedele al messaggio di tutte le sue opere e conserva il progetto di una rappresentazione unitaria della depressione.
In generale ho trovato questo film veramente valido, per nulla pensate e da vedere assolutamente.
E' comunque un genere particolare, non proprio diretto, apprezzabile probabilmente da chi ama i film profondi e più filosofici.
Sono quasi contenta, tuttavia, che il film sia passato per un qualcosa che non è, che ha destato la curiosità di molti e che parecchia gente sia andato a vederlo per questo, perché hanno potuto così assaporare l'essenza di un bel film che va visto.
E voi che ne pensate? Avete trovato altri spunti di riflessione di cui parlare? Se avete qualcos'altro da aggiungere, lasciate un commentino qua sotto.
Un bacione :*
ma sai che io non l'ho mai visto? Non mi ispirava, però da come ne parli sembra proprio interessante! dovrei dargli un'opportunità :)
RispondiEliminaDiciamo che infatti è un film che, da come lo presentano, non sembra ciò che realmente è e questo non invoglia molta gente a vederlo :) Merita invece di essere visto :D Grazie per essere passata ♥
EliminaAnche io come la ragazza sopra non l'ho mai visto e non aveva destato in me grande interesse.. la tua recensione però mi ha invogliata a guardarlo, non appena lo guarderò ti farò sapere cosa ne penso :) ti seguo molto volentieri (anche se non trovo il modulo per unirmi al blog), sono Serena Silvi, la ragazza che ha commentato il tuo post sul gruppo 'una blogger per amica' :) il mio blog è 'atipico', gioielli artigianali creati da me e arte orafa, spero possa interessarti :*
RispondiEliminaSono contenta ti sia piaciuto sia il post che il blog in generale :3 Grazie mille ♥ Passerò sicuramente nel tuo blog, grazie ancora! :D
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