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domenica 25 maggio 2014

Book Review: "Le strane passioni di Hella Hell" di Unni Drougge ✿




Buongiorno ragazze e buona domenica a tutte voi ♥
Oggi vi propongo la recensione di un libro letto qualche tempo fa e che mi aveva fatto scaturire parecchi pensieri e perplessità.
Oggi vi parlerò del libro "Le strane passioni di Hella Hell".

Ho comprato questo libro un po' per caso, ero appena uscita dall'oblio emotivo di "Lolita", il meraviglioso libro di Nabokov, ed ero alla ricerca di un libro.

Un giorno accompagnai in libreria mia madre, che trovò, davanti all'ingresso del negozio, un bancone con tantissimi libri, sovrastati da un cartello scritto a caratteri cubitali: " 3 libri a 9 euro".
Ne scelse due, di cucina, e mi chiese di prenderne un altro così da spendere soli nove euro in tutto
E trovai, tra tanti libri strani e alquanto squallidi, "Le strane Passioni di Hella Hell", definito dall'autrice stessa il "Lolita al femminile".
Curiosa di questa versione femminile del professore Humbert Humbert, decisi di comprarlo.



Sinossi: 
Hella ha quarant'anni, è ricca e molto bella, e ha una vera ossessione per gli adolescenti, quelli che lei chiama " i suoi monelli". Quando incontra il giovane Jocke la situazione precipita. Un libro-scandalo esplicito e controverso, un Lolita al femminile che vi travolgerà.

Genere: 
Letteratura internazionale.

Recensione: 
Penso che questo libro pretenda di essere un omaggio al celeberrimo - e di qualità ASSOLUTAMENTE superiore- romanzo di Nabokov, tuttavia a me sembra un'impresa decisamente mal riuscita. Il libro è banale e la trama si sviluppa e si snoda negli stessi passaggi di "Lolita": la storia del protagonista, la spiegazione della "malattia" (che in questo caso non viene vista nemmeno come malattia, ma come vizio sterile, ma approfondisco dopo questo concetto), l'incontro con il ragazzo/a, la morte della madre, il viaggio, la scoperta della relazione, l'arresto. Cambia il contesto, cambiano i personaggi, ma alla base non c'è alcun espediente creativo da parte della scrittrice svedese, che non ha fatto altro che ricopiare -altro che omaggiare!- l'altro romanzo. Questo libro però, mi ha dato soprattutto fastidio per il messaggio che lancia: mentre in "Lolita", il professore ci mostra tutto il suo rammarico e la sua vergogna per questo desiderio sessuale che, tuttavia, non riesce a reprimere, Hella Hell non si vergogna delle sue voglie ninfomani e perverse ma anzi, se ne vanta, dando al pubblico un messaggio assolutamente sbagliato e diverso da quello che voleva lanciare Nabokov. Mentre noi, leggendo "Lolita", proviamo un sentimento positivo, seppur controverso, nei confronti del protagonista, in questo caso Hella Hell si fa assolutamente odiare, con il suo atteggiamento vanitoso, con il suo sentirsi estremamente potente, estremamente bella ed estremamente accattivante. E in questo caso la pedofilia non rappresenta un momento di riflessione, ma bensì un puro espediente di scandalo. Se in "Lolita" trovavamo nella tematica affrontata un chiaro invito alla meditazione e al confronto critico, in questo libro non ho trovato altro che un pretenzioso artificio per far parlare di sé, attraverso le esplicite e fastidiosissime situazioni pornografiche che il libro ci propone in continuazione, al limite del vero-simile. Il libro si sviluppa, dunque, in una manifestazione artefatta ed esagerata di una vicenda irrealistica, attraverso situazioni paradossali, immagini da film porno di scarsissimo livello e con un desiderio assolutamente arrogante di paragonare il libro a "Lolita". Malgrado sia scritto in maniera accettabile, non posso tollerare il tripudio di pretenziosità che ho trovato in questo libro. Alla base di questo fastidio che nutro nei confronti di questo romanzo, c'è il modo con cui viene affrontata questa malattia. In questo romanzo troviamo un inno alle perversioni, alle droghe, al sesso occasionale, alle orgie, alla vita in bilico tra buon senso e insensatezza. Hella non si vergogna del suo passato, delle sue voglie improvvise e prive di qualsiasi moralità, e quello che poteva sembrare amore in Lolita, in questo romanzo non ho trovato, invece, un minimo richiamo al sentimento, ma sembra citare soltanto il puro e semplice istinto sessuale della protagonista, che sfoga le sue perversioni sul protagonista maschile. Hella non nasconde la sua passione per i ragazzini, anzi la svela in più di un passaggio, arrivando a reputare il suo personaggio incredibilmente superbo e stupido. Ciò lo fa perché è un personaggi, appunto, che si crede geniale e capace di tutto, quando, al contrario,  alla fine resterà incastrata proprio nella sua stessa arroganza. Il personaggio probabilmente più apprezzabile di questo libro è la figlia della protagonista, l'unico personaggio dotato di intelligenza e di buon senso, che si chiama proprio Lola, in onor
e del romanzo di Nabokov. E' l'unico personaggio che critica e disprezza la protagonista, esponendo motivazioni intelligenti e da me condivise. La protagonista, secondo la figlia e anche secondo me, non fa altro che inseguire i suoi futili e superficiali desideri, dimostrandosi assolutamente egocentrica e menefreghista, anche nei confronti della sua stessa figlia che soffre delle poche, anzi praticamente nulle, attenzioni della madre.
In conclusione ho trovato questo libro mediocre e decisamente seccante.

Consiglio: 
non lo consiglierei a nessuno, spesa di soldi pressoché inutile.

Voto: 
4.5/10, non gli do di meno soltanto perché lo stile è accettabile e, tutto sommato, scorrevole.



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